UFO'S MOM CAMBIA CASA!

Attenzione, attenzione, UFO'S MOM HA CAMBIATO CASA!

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mercoledì 6 marzo 2013

Una storia di amicizia

Piove, è umido, la sensazione che arrivasse la primavera è scomparsa ... e io mi rifugio in una biblioteca semideserta, desiderosa di perdermi un'oretta nel settore ragazzi. Ci sono solo io ... è come trovarsi dentro un centro commerciale dopo l'orario di chiusura! Che sballo!
Sono in cerca di ispirazioni sia per il blog che per la rubrica di recensioni che tengo su Torinobimbi.
Scorro un po' di titoli, nessuno attira la mia attenzione e poi gli occhi si posano su un nome conosciuto: Davide Calì. E' una delle firme di punta della casa editrice Zoolibri, una piccola e vivace realtà di Reggio Emilia che, tra le sue interessanti proposte, ha il pregio di offirie sul suo sito la consultazione della rivista Punto&Virgola che raccoglie notizie e articoli sui libri e gli autori.
A dire il vero il testo che ho tra le mani è edito da Emme Edizioni, ma ci tenevo a sottolineare Zoolibri perchè per loro Davide Calì ha scritto l'utilissimo manuale per aspiranti scrittori, illustratori, sceneggiatori e fumettisti. Si tratta della famosa formula "10 consigli" (a cui se ne aggiungo uno!) e lo potete scaricare qui.
Il libro che vi racconto ha il sapore di altri tempi.
"Signor Alce" si presenta, infatti, con una scelta grafica e un'impostazione narrativa tradizionali, ma proprio per questo molto rassicuranti.
Ho imparato che aprire un libro per bambini è sempre una scoperta, che ci sono sempre più spesso autori e illustratori che propongono nuovi modi di raccontare, rompendo gli schemi classici e portando il lettore verso nuovi orizzonti. A volte, però, sento il bisogno di qualcosa di familiare, qualcosa che sia molto simile agli albi che hanno accompagnato la mia infanzia, qualcosa che sappia di casa, calore e tranquillità.
La storia del Signor Alce rispecchia tutti questi elementi. 
Fin dalla prime pagine il racconto e le immagini ci portano ad un clima autunnale, il giallo e il rosso sono i colori dominanti in un paesaggio che odore di foglie secche e primi caminetti accesi.
Il protagonista è ritratto nella sua casa della quale possiamo cogliere i più piccoli particolari: le fantasie variopinte dei cuscini sul divano, un mazzo di chiavi appeso, una paio di scarpe abbandonate sul pavimento, un armadio disordinato. Le prime pagine ci aiutano a scoprire la vita del Signor Alce, accompagnata da pochi ma consolidati gesti rituali: la preparazione della cena in una cucina così simile alla nostra, il piacere di una cioccolata calda mentre si compone un puzzle sul tavolo del soggiorno, la routine della spesa dal negoziante di fiducia.



Qui scopre che Bruno il carpentiere, che abita in una baita isolata, si è rotto una gamba e, seppur abituato alla solitudine, si chide come possa essergli d'aiuto.
Inizia così un costante e piacevole pellegrinaggio, occasione per l'alce non solo di venire incontro alle necessità dell'infortunato, ma di uscire dalla sicurezza della propria casa e sperimentare qualcosa di nuovo.
Nel testo non ci sono dialoghi. Seguiamo l'evolversi della storia attraverso i gesti semplici e genuini di due persone che imparano a conoscersi e ad apprezzarsi, mentre giocano a scacchi in silenzio o sbucciano le castagne davanti al fuoco.
E quando Bruno alla fine gli rivela di aver trovato un amico, il migliore amico, il Signor Alce non dice nulla, ma si sente contento. Non aveva mai pensato di essere il migliore amico di qualcuno.



Bella, bellissima questa celebrazione dell'amicizia che cresce e si consacra solo attraverso i gesti, fatti con il cuore e sempre spontanei. E di fronte a quella scena finale dei due amici seduti uno accanto all'altro, mi sono sentita io stessa parte di quella scena, accanto a quel fuoco che improvvisamente ha riscaldato questo giorno di pioggia.


martedì 5 marzo 2013

Strisce pedonali ... amiche o nemiche?

Ho trovato il volantino mentre aspettavo l'orario di uscita del pupo dall'asilo all'interno di un caffè. 
Si tratta di un'iniziativa che la Città di Torino ha realizzato qualche mese fa, ma l'argomento mi sembra sempre molto attuale, soprattutto perchè quando si parla di sicurezza una mamma drizza sempre le antenne.
Con il progetto "Strisce sicure", il Comune voleva portare l'attenzione sul problema degli incidenti che si verificano purtroppo frequentemente sugli attraversamenti pedonali. Tra l'altro, proprio la zona limitrofa all'asilo di Ale era stata testimone di un bruttissimo incidente diversi mesi fa costato la vita a un bambino di 7 anni appena uscito con i genitori da un negozio di giocattoli. L'auto era scappata, ma dopo attente e meticolose indagini, il pirata della strada era stato rintracciato. Quell'attraversamento pedonale in mezzo ad un corso ad alto scorrimento era stato chiuso, ma è evidente che non basta eliminare i passaggi più a rischio per cancellare il problema.
Da quando viaggio con il passeggino, l'arrivo sulle strisce mi mette sempre un po' d'ansia. Sono, infatti, costretta a sporgermi sulla strada per vedere se arrivano macchine nella mia direzione e, per questo, mi sembra di esporre troppo il bambino.
L'utilità del progetto e della brochure messa in circolazione sta nel riportare alcune norme del codice della strada che i più non conoscono o sottovalutano.
Sull'asfalto, a mio giudizio, regnano infatti due principi:
  • L'automobilista, anche se vede il pedone sulla strada, pensa che si fermerà e non tenterà di attraversare.
  • Il pedone, proprio perchè ha già occupato le strisce, si sente in diritto di attraversare e confida che il guidatore si arresterà.
Entrambi suppongono qualcosa dell'altro ma, all'ultimo, qualcuno dei due cede e, per fortuna, la cosa si verifica spesso. Se, invece, entrambi tirassero dritti per la propria strada, la frittata sarebbe fatta. 
Essendo sia un'automobilista che un pedone, mi rendo conto che spesso è quest'ultimo a non ragionare abbastanza sulla percezione che chi guida ha di lui: la sera i fari delle altre auto in senso opposto e i vestiti scuri non lo rendono immediatamente visibile, per non parlare delle situazioni in cui il sole, battendo sul parabrezza, ci fa guidare quasi alla cieca. 
L'errore più grande: attraversare davanti ad un autobus! Ho assistito personalmente a un investimento di questo tipo e purtroppo, per la fretta e la disattenzione, molti incidenti si verificano in questo modo.

Ecco, allora, cosa è bene ricordare al pedone (art. 190 codice della strada):
  • I pedoni, per attraversare la carreggiata, devono servirsi degli attraversamenti pedonali. Solo quando questi non esistono o distano più di 100 metri dal punto di attraversamento, è possibile attraversare in senso perpendicolare (e non diagonalmente!),
  • d'altra parte, se si attraversa in una zona priva di strisce, bisogna dare la precedenza alle vetture,
  • è vietato sostare o indugiare sulla carreggiata.
  • le strade non sono piste di allenamento: è proibito circolarvi con tavole, pattini o altri acceleratori di andatura.
Per gli automobilisti, invece (art. 191 codice della strada):
  • bisogna dare la precedenza, rallentando o fermandosi, quando il pedone si sta accingendo ad attraversare (quindi quando si trova sulle strisce!) e lo stesso obbligo sussiste quando si svolta in un'altra strada,
  • se non ci sono strisce, ma il pedone ha già iniziato ad attraversare, occorre agevolare il passaggio e permettere alla persona di raggiungere in sicurezza il lato opposto della strada,
  • è opportuno tentare di prevedere possibili comportamenti scorretti o maldestri.
Il codice, quindi, pone l'accento sulla tutela e sul rispetto del pedone!
Anni luce dalla realtà, vero?
La verità è che, per quanti progetti e brochure informative si possano fare, sono l'azione del singolo, ripetuta insieme ad altri, può davvero cambiare lo stato delle cose.
Rallentare o fermarsi sulle strisce non ci farà perdere troppo tempo. Il rispetto delle persone prima di tutto!


domenica 3 marzo 2013

Domenica 9/52 ... le prime scarpe!

E' vero, siamo finalmente a Marzo, si respira aria di primavera, ma questa giornata per noi è consacrata dall'evento delle prime ufficiali scarpine del nostro cucciolo.
Ormai sono settimane che Ale fa tentativi di alzarsi e godersi così nuove prospettive (e oggetti proibiti!!!) e per sostenere questa sua nuova abilità ci siamo decisi al grande acquisto. Sì perchè il primo paio di scarpe (noi ci siamo già lanciati su due) non è una spesa da fare alle leggera. Il modello deve essere provato e calzare a pennello così che il piedino sia completamente avvolto e stabile nel compiere i primi passi. 
Sembrerà strano ma ho lasciato che questo momento speciale lo vivesse il papà. Complice anche la mia assenza per il corso di social media marketing, l'orgoglioso e commosso genitore ha fatto la sua scelta e non ha saputo resistere ad un classico sempre di moda: la scarpina con gli occhietti! 
Sarà la sua forma simpatica, sarà che tutti l'abbiamo avuta, ma ho approvato subito la scelta.
Allora ecco i primo due modelli di una lunga serie!


Scarpa blu per le uscite, beige con motivo per casa e asilo ... si tratta bene il ragazzo!
Non ci facciamo sfuggire il tepore del sole e il cielo limpido per sfoggiare il nuovo look e così, mentre attendiamo una coppia di amici intenti a battezzare il loro cucciolo, noi ci sollazziamo sui giochi del giardino antistante la chiesa. Ale ha una vera passione per le altalene!!!


Ora, siamo sinceri, qual è la prima cosa che si fa quando arriva il primo caldo, si sentono gli uccellini che cinguettano, puoi permetterti di sbottonare la giacca senza rischiare l'assideramento e la punta del naso non si gela appena esci di casa?
Ma è ovvio ... mangiare un gelato! Il primo dell'anno nuovo! Soprattutto il primo per Ale!!!


Tranquilli, era solo un assaggio, peraltro particolarmente gradito!
Se poi ci abbiniamo un piccolo tour alla scoperta delle nuove architetture torinesi, il pomeriggio scorre veloce. (chi indovina dove siamo?)


C'è una cosa che non smette di stupirmi ogni volta che guardo le foto di Ale, lo osservo mentre s'intrattiene con i suoi giochi o mangia da solo ... quando ha smesso di essere un neonato ed è diventato un bambino? Mi piacerebbe trovare il momento preciso in cui ha oltrepassato questa soglia! O forse è tutto parte di quel miracoloso processo che si chiama "vita"? 
Ale sta crescendo, sotto i nostri occhi e sulle nostre braccia (ahimè), ogni giorno è un passo in più verso l'autonomia e l'indipendenza, verso quel senso di fiducia in se stesso e nelle sue capacità che noi cerchiamo di trasmettergli e che credo sarà la sua conquista più grande. 
Poi, però, lo osservo mentre dorme nel suo lettino, abbracciato al suo amico di pezza, o quando si lascia cullare dalla braccia di papy dopo essere crollato nel seggiolino dell'auto. E allora penso che è ancora un cucciolo, che lo sarà sempre, e che quell'istinto di protezione e affetto che cerca da noi saranno parte di quella stessa sicurezza che invece lo allontanerà e lo porterà lontano.
Essere genitori è come camminare su un filo teso e sottile, in equilibro tra amore e libertà.



Su forza, raccontatemi le emozioni delle prime scarpine!!!