UFO'S MOM CAMBIA CASA!

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domenica 5 maggio 2013

Domenica 18/52 ... una famiglia arcobaleno!

Quanti colori ha una famiglia?
Non sono brava con le generalizzazioni, mi piacciono gli esempi concreti.
Partiamo dalla nostra colazione della domenica.
Vediamo ... c'è il rosso delle nostre tovagliette di design che ci sono costate un occhio della testa, ma che usiamo tutte le mattina (alla faccia dei sottobicchieri coordinati che vegetano nel cassetto delle tovaglie!). C'è il verde del nostro giardino in fiore, con quel salice e la sua chioma che adoro guardare durante le tempeste estive, mentre ondeggia come una donna arrabbiata. C'è il bianco del latte macchiato del marrone dell'orzo, il nostro rituale della colazione (perché in frigo può mancare tutto, ma il latte no!). C'è il rosa delle sue manine paffute che afferrano i cereali al miele (la scoperta di oggi!). L'arancione e il grigio della sua tutina della notte, quella che preferisco e lo fa sembrare ancora tanto cucciolo.


Basta una semplice colazione per rendermi conto che la nostra famiglia ha mille sfumature, soprattuto siamo una famiglia, lo siamo diventati perché lo volevamo, perché ci sembrava naturale, l'ovvia conseguenza di tanti anni insieme, di idee e mura condivise. 

Eppure non è poco, non è scontato, non è facile. 

Oggi, in un prato inondato di sole, ho viste decine di famiglie arcobaleno, donne e uomini, coppie o single omossessuali che hanno realizzato il loro desiderio di genitorialità o che aspirano a farlo.
Con papy e pupo abbiamo partecipato alla loro festa delle famiglie, un'occasione per conoscersi, scambiare opinioni, idee e tranci di pizza, un modo per stare insieme senza il bisogno di urlare qualcosa, ma per il solo piacere di farlo ... così, alla luce del sole!
Qui di colori ne ho visti tanti: gli schizzi dei bambini, i teli per terra, le copertine dei libri ... un colpo d'occhio meraviglioso!



C'erano anche visi conosciuti, come quelli di Barbara e Chiara, sedute su quel pezzo di verde, facce al sole e sorridenti, un thermos di caffè e un pranzo da condividere. 
Mentre il pupo scorazzava felice sul prato conquistando i sorrisi e gli sguardi della gente, Barbara e Chiara rispondono con semplicità e chiarezza alla mie domande.

Qual è la strada per diventare genitori quando si è omosessuali? 
Il percorso si può snodare su varie strade e quasi nessuna si percorre in Italia. Bisogna andare all'estero, in Spagna o in Danimarca, per trovare donatori e centri qualificati per l'inseminazione, pagare cifre consistenti e incrociare le dita. Prima di partire occorre informarsi, seguire terapie ormonali, trovare ginecologi "sensibili e disponibili", crearsi una rete di contatti che il più delle volte scorre clandestina.

Resto stupita. Ma come è possibile che persone come tutte che desiderano avere dei figli siano costrette a un percorso così articolato e tortuoso, così frustrante e dispendioso?

E non è finita: se tutto va a buon fine e si arriva al lieto evento, uno dei due componenti della famiglia non avrà nessun diritto sul bambino ... NESSUNO! Un genitore invisibile, insomma, che non esiste in termine di legge. 

Ma di cosa abbiamo paura? Che cosa ho io in più per poter essere madre? Non è così che voglio crescere mio figlio, ma con la consapevolezza che l'amore può assumere molte e accettabili forme, che quando ci sono il rispetto e l'affetto poco importa l'aspetto dell'altra persona.
In fondo il messaggio è chiaro e può essere riassunto così:


Io ci credo! E voi?

PS: per maggiori informazioni sulle famiglie arcobaleno, potete consultare il loro sito.


sabato 4 maggio 2013

Il buono che non c'era e adesso c'è

Questo post potrebbe cominciare con un "c'era una volta".

C'era una volta un bar di periferia, una strada trafficata e un nome altisonante: "Bar Italia".
Arredamento semplice, un paio di vetrine buttate sulla strada, una cucina per servire i pranzi, quasi sempre le stesse facce a prendersi un caffè e a chiacchierare.
C'era una volta un bar affacciato sulla caserma dei carabinieri, su una via di palazzi e pochi negozi, quelle strade dove a poco a poco inizi a conoscerti e a scambiare cenni di saluto. In quel bar due ragazzi  emozionati e pieni di sogni bevevano caffè e parlavano di colori sui muri e pavimenti, mentre a poca distanza la loro prima casa stava prendendo forma e vita.

Una mattina, una delle tante, quel bar lo trovi chiuso, serrande abbassate e sigilli alle porte.
Salta fuori la storia, la triste storia ... e quel locale di periferia diventa il centro di un'esistenza malavitosa  che non sospettavi. Boss, politici, nomi di spicco giravano per quelle stanze, organizzavano riunioni, scambiavano informazioni, decidevano e mercanteggiavano il futuro della città ai piedi della Mole.
Una grande operazione di polizia scopre il giro e mette agli arresti centinaia di persone. Anche il titolare del bar, il boss Giuseppe Catalano, finisce in manette.

Fine delle storia o almeno così sembra.

Immagine tratta da quotidianopiemontese.it

Passa qualche anno e le serrande restano chiuse.
Poi un giorno, uno come tanti, spariscono i sigilli.
Incominciano i lavori, la gente osserva curiosa, cerca di sbriciare all'interno, ma poco trapela.

Fino a quando la notizia. Il Bar riapre e riapre con Libera. 
L'entusiasmo contagia la via, decine di ragazzi lavorano con energia.
Ieri il Bar ha riaperto e una grande folla si è radunata intorno insieme alle autorità che hanno celebrato l'evento.
Questa mattina, il primo vero giorno di lavoro, Don Ciotti si è presentato con la scorta a fare colazione.
Un bel gesto per questa piccola rinascita.







C'era una volta un bar, ha un nome sempre altisonante che ora suona fresco e leggero: Bar Italia Libera.
C'eravamo anche noi, un po' meno ragazzi, un po' più genitori, noi tre che con un caffè e un succo di frutto abbiamo voluto esserci a modo nostro. 


venerdì 3 maggio 2013

Il venerdì del libro: giochi, fantasia e creatività in mezzo al mare!

Siamo tornati e a quanto pare siamo scampati a ben quattro giorni di pioggia quasi ininterrotta che ha fatto spuntare branchie e pinne alla metà dei nostri amici rimasti in quel di Torino. 
Siamo tornati riposati (abbastanza!) e guariti (almeno il pupo!) e con una bella sensazione di sabbia e mare che spero ci accompagnerà per un po'.

Il libro della settimana non poteva, quindi, non portarsi qualcosa dietro di questa minivacanza e, soprattutto, essere uno degli acquisti fatti in giro per Cesenatico. Grazie al consiglio di Francesca, libraia di Cartamarea, mi sono trovata tra le mani un libricino di una piccola casa editrice nata a Imola agli inizi degli anni '90. La Bacchilega editore, che gestisce anche il settimanale Sabatosera, ha al suo interno la collana Vice Versa che, come dice il titolo, presenta dei volumi alquanto singolari perché si possono sfogliare da ambo i lati.
Il libro di cui vi parlo, "Morbido giocare, morbido mare", è poi un vero oggetto del desiderio delle handmade addicted o di quelle che, come me, vorrebbero tanto esserlo e stanno aspettando una buona dose di volontà, un pizzico di tempo in più o una prossima vita per poterci provare.
Elisa Mazzoli e Silvia Bonanni, con fantasia, materiali di recupero e originalià, ci portano in un regno incantato, quello del mare e dei suoi abitanti che, udite udite, potrete realizzare con le vostre mani!

Ci sono il Polipo Tato e il Cavalluccio Bibolle che prendono vita da un paio di calzini e una sfilza di bottoni colorati. Ci si potrà giocare sotto le lenzuola, con il primo intento a spilucchiare i nostri piedi e il secondo a caccia di ciucci da portare in fondo al mare.



C'è anche la Zia Balenona che nuota nelle profondità degli abissi grazie a un paio di presine e guanti da forno. O la lunga e sottile Annalilla, una veloce anguilla ricavata da una semplice cravatta.



E così, tra tartarughe e gabbiani, pinguini e stelle marine una semplice coccola nel lettone può trasformarsi in un gioco avventuroso e di scoperta e diventare un viaggio nel mare della fantasia.

Non resta che mettersi alla prova ... e quanto sembra, basta davvero poco!



Questo post partecipa al Venerdì del Libro di HomeMadeMamma e al Condividiamo un libro sul gruppo facebook La Biblioteca di Filippo.