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giovedì 21 marzo 2013

Al via Talent Donna ... le prime impressioni!

Questa volta non mi sono fatta prendere dalla foga di scrivere subito qualcosa.
Ho lasciato che le parole e i volti si sedimentassero, che le voci ascoltate assumessero contorni e profili più precisi, che prendessi maggiore consapevolezza della strada che ho iniziato a percorrere.

Sabato scorso, in una splendida giornata di sole che ho potuto assaporare fin dalle prime ore del mattino, ho preso parte al primo workshop di Talent Donna, il progetto di valorizzazione dell'empowerment femminile promosso da Fattore Mamma che si propone di mettere l'accento sulle risorse della Rete come strumenti per accrescere o far nascere il proprio business.
La gravidanza prima e la maternità ora sono stati un taglio netto, una pausa forzata nel mio percorso di crescita e di vita. Voglio continuare a fare la mamma con la dedizione e la passione di adesso, ma voglio anche fare qualcosa per me stessa, qualcosa che mi realizzi e dia un senso alle mie passioni e ai miei interessi. Tutto questo non può prescindere dall'importanza di conoscere la Rete, le leggi che la governano, le sue potenzialità, anche i suoi rischi. Soprattutto non può fare a meno delle persone che tessono questa rete, tante donne che grazie al blog sto imparando a conoscere, persone che mi stanno dando la carica, menti energiche e appassionate. 

La prima di loro mi si presenta già sul treno che porta a Milano e questo è già un indizio della potenza dei social media. Basta una foto postata su Instagram per rendersi conto di essere proiettate verso la stessa direzione e che vale la pena continuare la strada insieme. Conosco così Cristiana di Cento per Cento Mamma, una delle blogger che ce l'hanno fatta e che, dopo un'esperienza lavorativa che non la soddisfava, si è buttata in ciò in cui credeva, nonostante molti le dessero della pazza.
Anche lei, come altre blogger che troveremo al corso, pensa di sfruttare le nozioni che apprenderà al corso per arricchire la sua esperienza professionale. Mi accorgo subito, però, che le personalità presenti sono molto varie e che, accanto a coloro che come me cercano di trovare stimoli per prendere il volo, ci sono coloro che attraversano una fase di transizione e cercano il modo di conciliare se stesse, la loro attività e i loro interessi.

Mi piace quest'universo variegato, dalla differenza ci si arricchisce sempre e il clima di attesa e di emozione che accompagna i primi minuti sboccia poi nella ricca e profonda introduzione di Mafe De Baggis, freelance esperta di community e comunicazione. 

Immagine tratta da talentdonna.it

Mi sembra che le sue parole inquadrino subito un problema che sento forte: la rete e i suoi social media, pur essendo ormai parte della nostra vita, continuano a farci paura. 
E' vero, spesso mi sento schiacciata dal sovraccarico di informazioni, ho la sensazione di non trovare mai le fila di un discorso, che siano troppe le storie interessanti che vorrei leggere ma non riuscirò mai. 
Della serie:


Immagine tratta da www.empowernetwork.com


Mi piacerebbe essere più metodica nell'utilizzo che faccio dei social media e non nascondo che le sue parole sono state un'illuminazione: 
"In un mondo incerto, programmare è stupido!"
Non solo, ricorda Mafe, la rete è piena di imprevisti (i cosiddetti "cigni neri"), ma aggiungo io è importante selezionare ciò che ci viene offerto, imparare a distinguere i contenuti. Mafe fa bene poi a ricordare che dentro i computer ci sono delle persone e che, indipendentemente dai mezzi che decideranno di utilizzare per comunicare, ogni realtà avrà il suo proprio linguaggio. Non solo: usare i social media ci pone sempre sulle luci della ribalta (che bello ritrovare Goffman!) e, dunque, bisogna saper gestire le informazioni che diamo di noi stessi, perchè se è vero che grazie alla rete offriamo sempre di più un lato di noi spontaneo e sinceri, dall'altra siamo continuamente esposti e potenzialmente danneggiabili.

Concludo questa mia prima parte di impressioni su Talent Donna con una bella immagine che Mafe ci ha condiviso e che ha chiamato "la sindrome dell'elefantino".
Forse non tutti sanno che, per (purtroppo!) addomesticare un elefante, si è soliti legare una sua zampa ad un palo finché è cucciolo. Proverà a liberarsi da questo vincolo, ma col tempo questa condizione di schiavitù diventerà scontata e, nonostante sia cresciuto e potenzialmente in grado di spezzare la catena che lo imprigiona, non farà più nulla per liberarsi.
Molte di noi sono così: legare al palo delle convenzioni, del "non ce la faccio", del "vorrei ma non posso", del "non sono brava abbastanza". Spesso ci manca il coraggio, la voglia di osare, di tentare, di gettare allo scoperto le nostre carte, di metterci alla prova. 
L'invito di Mafe è allora quello di essere più consapevoli del nostro talento, soprattutto ora che la rete è così accessibile e alla portata di tutti.

Per dirla con le parole di Milton H. Erickson: "(...) Tuttavia non ero preoccupato, perchè sapevo che ero in grado di parlare, e sapevo che ero in grado di pensare, e sapevo che avevo imparato molte cose nel corso degli anni". 

Per chi fosse interessato su Slide Share trovate le diapositive della presentazione di Mafe ... purtroppo senza il carisma e la personalità di Mafe!

Prossimo post dedicato all'intervento di Domitilla Ferrari.


4 commenti:

  1. molto interessante, sia il post che l'incontro. come mi sarebbe piaciuto partecipare, grazie per questo riassunto.
    e soprattutto: quando ci affrancheremo dalla sindrome dell'elefantino?...

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    1. Chi lo sa Fioly ... ci proviamo, credo ogni giorno! A volte mi chiedo anche quanto quel palo rappresenti sicurezza e certezze, cose di cui in fondo abbiamo sempre bisogno. Insomma è un bel dilemma!

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  2. E' stato una mattinata stimolante, hai ragione! E che bello incontrarsi in treno grazie a instagram ;-)

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    1. Instagram power ... della serie: la rete ti avvicina!

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