UFO'S MOM CAMBIA CASA!

Attenzione, attenzione, UFO'S MOM HA CAMBIATO CASA!

Se vi appassionano le nostre vicende extraterrestri e le belle letture, potete continuare a seguirci su WWW.UFOMOM.COM

Vi aspetto!

martedì 7 maggio 2013

Se fosse stata femmina ...

Non so se l'ho già detto, ma quando ho saputo di essere incinta, ho pensato che mi sarebbe piaciuto avere una femmina
Forse per quel senso di complicità tra mamma e figlia, forse per il desiderio non troppo nascosto di farle i codini e pettinarle i capelli, forse per condividere con lei tappe e percorsi di crescita, forse perché il reparto bambine dei negozi d'abbigliamento è infinitamente più vario e colorato.
L'idea dell'arrivo di una maschietto mi ha destabilizzato non poco, ci ho messo un po' di tempo ad abituarmi all'idea, a farla mia e con il senno di poi non solo sono strafelice di essere mamma di un pimpante nanetto, ma so che nel mio viaggio di elaborazione ho pensato: "Forse è meglio così, per una donna il mondo è più difficile e più soggetto a compromessi".
Non so se pentirmi di questo pensiero o se considerarlo realista.
In cuor mio credo che il mondo prima o poi sarà delle donne, ma dall'altra lo vedo ancora un mondo complicato e discriminante.
E' un mondo in cui domina ancora il pensiero che se l'uomo è un don Giovanni, la donna è puttana.
E' un mondo in cui all'uomo sono concesse espressioni e luoghi comuni e nei quali la donna è alternativamente quella emotiva, stressata, sotto ciclo, isterica, lunatica, imbranata (se al volante!).

Qualche giorno fa parlavo con papy durante una breve passeggiata in pieno centro a Torino e, commentando l'abbigliamento di alcune ragazze, ha esclamato: "Certo che se quella va in giro vestita così, non ci dobbiamo lamentare se poi c'è tanta violenza in giro!".

Ok, stop, qui serve un ragionamento perché la frase non va condannata così per partito preso.
Sono sicura che non è un'espressione così inusuale, ma come si siamo arrivati?

Ad un primo livello si potrebbe dire che non si può incolpare l'abbigliamento di una persona se questo innesca pensieri e azioni devianti in un'altra. E' come se io dicessi che, comprandomi una bella macchina, autorizzassi qualcuno a fregarmela.

A un livello più profondo questa frase denuncia che:
- gli uomini spesso agiscono e si sentono autorizzati ad agire sulla base di impulsi che non riescono a controllare.
- una donna che veste in abiti succinti o mettendo in evidenza parti di sè è una facile, un corpo di cui disporre a piacere.

Andiamo ancora più a fondo. 
Perchè molte ragazze si vestono così? 
Cosa le spinge a mettersi una minigonna, una maglietta attillata, un top scollato e a camminare sul filo sottile che separa la bellezza e il buon gusto dalla volgarità e oscenità? 
Io non credo siano donne facili, non credo nemmeno che acconciandosi in questo modo vogliano suscitare chissà quali pulsioni nell'universo maschile, ma qualcosa dice loro che bisogna apparire, che l'aspetto conta più della sostanza, che per soddisfare quel bisogno intimo e profondo proprio dell'adolescenza di appartenere e sentirsi parte di qualcosa, bisogna seguire la moda e la televisione.

Già la televisione. Ieri sera, tra un programma e l'altro, ho visto scorrere immagini di ogni tipo: dalla marca di abbigliamento in cui la modella (anoressica) balla e si atteggia tanto da trasformare lo spot in un video porno, al nuovo profumo pubblicizzato da una donna provocante.

Immaginiamo l'impatto di immagini di questo tipo su una giovane donna, in quell'età difficile in cui l'affermazione della propria identità deve fare i conti con un corpo che cambia, la vicina di banco più bella, l'ansia di fare di parte un gruppo e di adeguarsi per non essere esclusi.

Allora io credo che di frasi di questo tipo e delle azioni che ne possono conseguire, siamo tutti responsabili, gli adulti che quelle immagini le creano attraverso i mezzi di comunicazione e gli adulti che le accettano, le tollerano, non le condannano. 

Si fa presto a dire ai nostri figli che conta quello siamo e non quello che sembriamo.
Più difficile mettere in pratica questa idea ogni giorno, quando parliamo, quando guardiamo passivamente la televisione, quando ci vestiamo, quando commentiamo chi ci passa vicino.

Se avessi avuto una figlia femmina, non avrei voluto vivere nel terrore di vederla uscire con la gonna. 
Forse le avrei potuto insegnare che la femminilità può passare anche attraverso un paio di pantaloni e un po' di mascara.
Forse posso insegnare a mio figlio che una donna vale la pena guardarla negli occhi e non nello specchietto retrovisore di una macchina.
Forse non avrò una figlia femmina, ma posso contribuire a far sentire più sicure quelle delle altre, più libere di sfoggiare il loro look non perché devono farlo, ma perché si sentono bene così.

Forse c'è tanto lavoro per tutti, madri e non.

E voi, cosa ne pensate?

4 commenti:

  1. Non è un argomento facile. Noi siamo donne e certi discorsi ci infastidiscono, certi modi di pensare ci sono insopportabili, almeno, x me è così. Essendo mamma di due maschi, non posso far altro che crescerli nel rispetto della donna, sia che abbia una minigonna, un paio di shorts, nulla deve autorizzarlo ad offenderle sia con le parole che con i fatti. Spero di riuscire a fare un buon lavoro. Dobbiamo prendere le distanze da certi modi di pensare stereotipati.

    RispondiElimina
  2. Forse forse crescere un maschio è più difficile che crescere una femmina!!!

    RispondiElimina
  3. come hai ragione. quanto sento frasi di quel tipo (e ne sento molte) mi viene una rabbia incredibile, perchè gli uomini non sono animali incontrollabili e una minigonna non è un invito.
    ma d'altra parte il messaggio che la seduzione è l'unico modo di comunicare con l'altro sesso e che deve passare necessariamente attraverso una sovraesposizione del proprio corpo è quello che viene veicolato quasi esclusivamente dai media.
    e ora come ora sono felice anch'io, di aver avuto un figlio maschio, perchè mi sembra forse più facile insegnare a rispettare, che a farsi rispettare.

    RispondiElimina